Come parlare della poesia di Antonia Pozzi?
Come parlare di questa poesia?
Di come ti avvince con un effluvio di sensibilità che ti avvolge, ti riempie senza inondarti. La verità del suo linguaggio poetico ti viene offerta e tu devi essere lì solo pronta a coglierlo. Se non ne sei pronta, non ci sarà disposizione mai a ricevere questa poesia d'amore.
Ti arriva come un dono gratuito, senza sotterfugi, senza inganni, come un vento che inganna ma non nasconde il suo inganno, come un amore squadernato che non nasconde la sua apertura. Lacrime e dolore vi sono mescolati, gioia e dolore con vivacità giovanile.
Giovinezza pulsante piena di vita che ha un bisogno estremo di pulsare, di vivere come pulsa la vita per conto proprio. Ed è così che le parole scivolano via a trasmettersi attraverso quel circolo misterioso che è il linguaggio dell'amore nelle profondità vertiginose.
Come è difficile parlare d'amore, come è difficile parlare della vita, come è difficile parlare dell'essere. Ci apriamo alla ricerca del senso della nostra esistenza senza la paura di esserne travolti. E quando lo cogliamo, là vediamo la poesia, là la poesia ci travolge come un albero che ci viene addosso come se noi e quell'albero fossimo la stessa cosa.
Il mistero poetico è quello amoroso, lo cogliamo nelle sue mille sfumature. Antonia Pozzi lo scava, ne fa emergere il succo vitale, lo rimette nel circolo della vita. E' sangue caldo che circola, sangue di donna che riscalda, sangue fremente appassionato, che non ha paura di tirarsi indietro come non ha paura della roccia dura di montagna; come non ha paura della porta che si chiude, perché poi solo la pace arriverà; l'ultima lama di luce quando pioverà dall'estremo dentro la tenebra allora sarà l'urto mortale delle parole non note verso l'ultimo sogno di sole. E poi dietro la porta chiusa per sempre il silenzio, la notte intera, la frescura.
Poesia di disvelamento questa di Antonia Pozzi che non teme di disvelarsi (guardami: sono nuda) come poesia di amore e di verità. Il coraggio di una donna che negli anni Trenta prende in mano la sua vita e le contraddizioni storiche che preludono ai grandi conflitti mondiali. Ci prende in mano per un desiderio di libertà che emerge in modo radicale e innovativo rispetto ai tempi. Tempo dell'amore e tempo delle trasformazioni, difficoltà a farsi accettare; consapevolezza di essere inadeguata in un certo ruolo assegnatole dalla famiglia, dalla società dentro un quadro fondamentalmente patriarcale, una cultura che certo lasciava spazio a una elite colta borghese purché accettasse tuttavia schemi precostituiti. Fin dove poteva spingersi il radicale desiderio di libertà di Antonia? Antonia Pozzi trova le parole per dirla questa libertà, ma la disillusione è grande, e probabilmente sono piccoli anche coloro che sembravano volare “più in alto” rispetto alla cultura dominante. Ma esisteva una cultura dominante veramente alternativa?
Antonia muore nel 1938. Non c'è via di uscita. Quanto tempo poi per riscoprirla questa poetessa dalla grande sensibilità, dalla grande polivalenza di interessi (fotografia, letteratura, poesia, montagna). Donne complesse che ci stimolano a cercarle perché la loro fine (il suicidio) non può essere accettato come una fine necessaria nel segno del comune destino dell'essere donna.
Guardami sono donna, guardami sono nuda, guardami sono libera.
Lucia Chistè
febbraio 2022 hospice Paolo VI, la Mandria, Padova
Pubblicato il 20-02-2022